MULTIMEDIALITÀ, TRANSMEDIALITÀ, CROSSMEDIALITÀ

Multimedialità Uso contemporaneo e sinergico di molti media. Prodotti multimediali sono quelli che utilizzano strumenti comunicativi di tipo diverso, come testografica, animazione o suono. Il termine è utilizzato in riferimento a strumenti hardware (per es., computer multimediali), software (programmi multimediali), progetti comunicativi, editoriali e didattici (editoria multimediale, didattica multimediale), ambienti attrezzati (aule multimediali, sale multimediali), linguaggi e stili espressivi (linguaggi multimediali).

Nei prodotti multimediali un progetto comunicativo unitario e organico si avvale di supporti e canali diversi, cercando di sfruttare al meglio le caratteristiche specifiche di ciascuno di essi. Si parla talvolta, a questo proposito, di m. centrifuga intermedialità, legata all’uso contemporaneo e integrato di media diversi, come per es. libro e cd-rom, oppure di m. centripeta, legata invece all’uso di linguaggi e codici espressivi diversi all’interno di un unico medium. Elemento caratterizzante della m. centripeta è quindi la forte integrazione dei diversi codici espressivi resa possibile dal ricorso alla codifica digitale e agli strumenti informatici. La codifica digitale trasforma infatti in bit informazioni scritte, sonore e visive, rendendone possibile la produzione e la fruizione contemporanea e integrata attraverso uno stesso strumento. Strumenti multimediali per eccellenza sono spesso considerati i cd-rom o i dvd e in generale tutta la gamma dei supporti di informazione in formato digitale, che possono integrare informazioni di tipo diverso, tradizionalmente collegate a media diversi: testo, suono, immagini, video.

Narrazione transmediale (inglese Transmedia storytellingtransmedia narrativemultiplatform storytelling) come la definisce Henry Jenkins nel suo testo del 2006 Cultura convergente, è una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l’esperienza dell’utente con nuove e distinte informazioni. Ogni medium, veicolando nuove e distinte informazioni, contribuisce allo sviluppo della storia e alla comprensione del mondo narrato. In questo modo l’utente è chiamato a ricostruire il significato complessivo di un’opera integrando vari media.

Crossmedialità (o crossmediacross-media) – possibilità di mettere in connessione i mezzi di comunicazione l’uno con l’altro, grazie allo sviluppo e alla diffusione di piattaforme digitali. Un sistema che utilizza crossmedialità si definisce “crossmediale”. Le informazioni vengono emesse, e completate, in virtù dell’interazione tra i media, per cui si assiste a performance comunicative nelle quali i principali mezzi di comunicazione interagiscono fra di essi, dispiegando l’informazione nei suoi diversi formati e canali. In questa tendenza, internet è il mezzo che meglio si adatta perché nel gioco di rinvii da un mezzo, o un apparecchio, all’altro, spesso è coinvolto il world wide web: per esempio è consultato in diretta nelle trasmissioni televisive; la carta stampata fornisce codici da digitare per entrare in aree riservate dei siti web; la promozione di prodotti avviene lanciando storie che rimpallano dall’offline all’online e viceversa,[1] la locandina o l’adesivo su un prodotto possono avere un codice QR per permettere di leggere gli approfondimenti via smartphone o tablet.

Il fonoautografo

Il fonautografo è stata la prima apparecchiatura conosciuta atta a registrare il suono. In precedenza, erano stati ottenuti tracciati dei moti vibratori prodotti da diapason e altri oggetti, ma non delle onde sonore che si propagavano attraverso l’aria o altri media. Inventato dal francese Édouard-Léon Scott de Martinville, venne brevettato il 25 marzo 1857. Era in grado di tracciare onde sonore come ondulazioni o altre deviazioni in una linea disegnata su carta o vetro anneriti dal nerofumo. Da intendersi esclusivamente come uno strumento di laboratorio per lo studio dell’acustica, potrebbe essere stato utilizzato per studiare e misurare visivamente l’ampiezza e la forma d’onda sonora delle parole e di altri suoni o per determinare la frequenza di una data intonazione musicale per confronto con una frequenza di riferimento contemporaneamente registrata.

A quanto pare, non si era mai verificato, prima degli anni 1870, che registrazioni, chiamate fonoautogrammi, contenessero sufficienti informazioni tali da poter, in teoria, consentire la ricreazione di un suono. Poiché il tracciato era un fonautogramma costituito da una linea bidimensionale, la diretta riproduzione fisica del suono era impossibile in ogni caso.

da Wikipedia….

Il Fonoautografo (immagine)

Shostakovich – 24 Preludi e Fughe 1950-1951

24 preludi e fughe, op. 87 di Dmitri Shostakovich è un’opera di 24 preludi e fughe per pianoforte solo, in ciascuna tonalità maggiore e minore.

Il ciclo fu composto nel 1950 e nel 1951 mentre Shostakovich era a Mosca e fu presentato per la prima volta nel dicembre 1952;

È uno dei numerosi esempi di musica scritta in tutte le tonalità maggiori e minori .

Ogni brano è suddiviso in due parti – un preludio e una fuga – che varia in ritmo, lunghezza e complessità (ad esempio, la fuga n. 13 in fa maggiore è in cinque voci, mentre la fuga n.9 in fa maggiore è solo in due voci ).

I brani procedono in coppie relative maggiore / minore attorno al ciclo delle quinte:

Altri esempi storici: 24 Preludi di Frédéric Chopin , Op. 28 , ii preludi di Joseph Christoph Kessler , Johann Nepomuk Hummel e i 24 Preludi precedenti di Shostakovich ,Op. 34.

Il clavicembalo ben temperato di JS Bach , è ampiamente ritenuta l’ispirazione diretta per il ciclo di Shostakovich.

Riferimenti e citazioni dal ciclo di Bach compaiono durante il lavoro.

Ad esempio,

Shostakovich inizia il suo preludio in do maggiore, il primo pezzo del ciclo, con le stesse note che Bach usa nel suo preludio in Do maggiore, BWV 846,.

Allo stesso modo, le seconde fughe dei compositori (una minore per Shostakovich, una minore per Bach) utilizzano ritmi di apertura molto simili per i loro soggetti in fuga (due sedicesime note seguite da tre ottave, due volte di seguito).

 Preludio e Fuga n. 1 In accordi ininterrotti e in una melodia inquietante Shostakovich evoca il primo preludio dei 48 di Bach.

 La tonalità è la stessa nella fuga; mentre Bach inizia con una 4a in scala, Shostakovich ha una 5a brullo e nudo. Contrariamente alla caratteristica complessità armonica del preludio, la fuga è scritta nel più puro C maggiore, senza una singola alterazione.