KLANGFARBENMELODIE

Connessa con le altre questionii questioni, nell’Harmonielehre schoenberghiana si trova anche una riflessione sul timbro, e vi si ipotizza una Klangfarbenmelodie, una ‘melodia di timbri’, che di fatto Schoenberg aveva già sperimentato nel terzo degli Orchesterstücke (Pezzi per orchestra) op. 16: all’inizio, lo stesso accordo è intonato da strumenti diversi, sicché muta soltanto il colore sonoro. Nel 1911 Schoenberg scrisse i Sechs kleine Klavierstücke (Sei piccoli pezzi per pianoforte) op. 19, dove si attua in modo più radicale un processo di ripiegamento interiore, attraverso veri e propri grumi di timbro. Qualcosa di simile stava realizzando il suo allievo Anton Webern, particolarmente negli straordinari Sechs Orchesterstücke op. 6. E anche per Webern, forse il più ermetico dei tre compositori della cosiddetta Seconda scuola di Vienna, vale il discorso, che se solo avesse voluto avrebbe potuto scrivere in un modo che gli avrebbe garantito una carriera più tranquilla e confortevole. Prova ne sono il giovanile movimento di quartetto, Langsamer Satz, e l’orchestrazione realizzata per l’Offerta musicale di J. S. Bach.

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